La ritenuta d’acconto è un anticipo sul pagamento delle tasse che viene trattenuto dall’importo della fattura ed è carico del cliente quale sostituto di imposta. Generalmente, si applica in ogni fattura elettronica emessa da un professionista o da un lavoratore autonomo titolare di partita Iva e va a incidere direttamente sul compenso percepito.
Esistono aliquote diverse per l’applicazione della ritenuta d’acconto per psicologi ed è importante conoscere la normativa per inserirla nel modo corretto: scopriamo in questa guida completa come funziona, a chi si applica e come si calcola.
Ritenuta d’acconto: cos’è e quando si applica?
La ritenuta d’acconto è un anticipo sulle tasse che il cliente versa al posto del professionista. In pratica una parte di compenso viene trattenuta dal cliente e versata allo stato a titolo di acconto. Per questo motivo, si parla di sostituto di imposta, in quanto di fatto il cliente sostituisce il professionista nel pagamento dell’IRPEF.
Quando il professionista dovrà pagare le tasse, dovrà quindi sottrarre quelle già versate dai clienti.
Il meccanismo di sostituzione di imposta può essere di due tipi:
- Sostituzione a titolo d’imposta (o propria), quando il sostituto paga totalmente l’imposta sul reddito del professionista;
- Sostituzione a titolo d’acconto (o impropria), quando il sostituto anticipa all’Erario solo una parte dell’imposta sul reddito dovuta dal professionista. In questo caso il lavoratore sarà obbligato a estinguere la parte rimanente dell’imposta da pagare sul reddito complessivo.
Nella seconda tipologia rientra anche la ritenuta d’acconto, che si applica in ciascuna fattura di professionisti titolari di partita Iva e va a ridurre il compenso percepito dal lavoratore.
A chi si applica?
La ritenuta d’acconto viene applicata ai lavoratori autonomi che operano per soggetti Iva (per esempio altri professionisti o società). Non si applica, invece, a soggetti privati né ai forfettari.
Il lavoratore autonomo, quindi, emette una fattura al proprio cliente, specificando l’importo della prestazione. Su tale importo verrà applicata la ritenuta d’acconto (pari al 20% della base imponibile per i residenti italiani, il 30% per i non residenti). Nel documento dovranno essere differenziati l’importo netto e l’imposta da versare.
Il sostituto di imposta pagherà l’importo dovuto al professionista e si farà carico del pagamento dell’imposta a titolo di acconto all’Erario (entro il 16 del mese successivo).
A questo punto il sostituto di imposta dovrà certificare al professionista (entro il 31 marzo di ogni anno) tutte le ritenute effettuate nel corso dell’anno precedente. In sede di dichiarazione dei redditi, l’ammontare delle ritenute d’acconto versate dai sostituti d’imposta verrà detratto dall’imposta sul reddito del lavoratore autonomo. Tutto questo rientra tra gli obblighi fiscali ai quali il professionista deve prestare particolare attenzione.

Come si calcola la ritenuta d’acconto per psicologi?
L’aliquota della ritenuta d’acconto è pari al 20% della base imponibile. Tuttavia, esistono alcune situazioni particolari.
Nella seguente tabella abbiamo riassunto le principali percentuali da applicare in fattura e i relativi casi di applicazione.
Tipologia di Reddito | Aliquota | Base imponibile |
---|---|---|
Prestazioni da lavoro autonomo | 20% | 100% |
Prestazioni da lavoro autonomo corrisposti a soggetti non residenti in Italia | 30% | 100% |
Redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore per i soggetti di età inferiore ai 35 anni | 20% | 60% |
Redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore per i soggetti di età maggiore ai 35 anni | 20% | 75% |
Per eseguire il calcolo bisogna sempre partire dalla base imponibile del compenso percepito, sulla quale viene applicata l’aliquota della ritenuta d’acconto.
Inoltre, si parte sempre dall’importo lordo senza includere l’IVA (che se presente si aggiunge in un secondo momento) e la marca da bollo.
Il contributo integrativo ENPAP non è soggetto a ritenuta d’acconto IRPEF e non concorre alla formazione del reddito imponibile.
Esempio di calcolo di ritenuta d’acconto
Facciamo un esempio per comprendere il metodo di calcolo della ritenuta d’acconto prendendo come riferimento la fattura di uno psicologo.
Per il calcolo della base imponibile occorre considerare il compenso pattuito con il cliente.
Consideriamo, per esempio, una base imponibile di 1000 euro.
La ritenuta d’acconto sarà pari al 20% di 1000, cioè 200 euro. Solo successivamente, se prevista, si può applicare l’IVA al 22% che risulta pari a 220 euro. Il netto a pagare deriva quindi da questa operazione:
- base imponibile (1000 euro) – ritenuta d’acconto (200 euro) + IVA (220 euro) = 1.020 euro.