Come fare una fattura per psicologi

Questo articolo fornisce una guida su come emettere correttamente una fattura per psicologi con partita IVA. Vedremo quando è obbligatorio emetterla, come compilarla e le principali differenze tra i regimi fiscali forfettario e semplificato. Viene anche trattato l’uso della fatturazione elettronica, che diventerà obbligatoria dal 2025, e la gestione di IVA, contributi ENPAP e ritenute d’acconto. Inoltre, vengono chiarite le modalità di pagamento e le differenze tra le prestazioni sanitarie e non sanitarie.

fattura psicologo

Uno psicologo con partita IVA deve emettere fattura ai propri clienti per ricevere il pagamento dei servizi offerti. Questo obbligo riguarda tutti i professionisti psicologi che operano in regime di libera professione e serve ad assicurare la tracciabilità, il rispetto delle norme fiscali e la corretta gestione della contabilità. Inoltre, la fatturazione permette di tutelare sia il professionista che il cliente, garantendo trasparenza nei pagamenti.

In Questo articolo scopriremo come funziona la fatturazione per psicologi e quali sono gli elementi fondamentali per una corretta compilazione ed emissione.

Fattura psicologi: quando emetterla e cosa cambia nel 2025

La fattura è un documento obbligatorio che lo psicologo con partita IVA emette verso il cliente per attestare i servizi svolti e ricevere il pagamento.

La fattura, come stabilito dall’art. 21 del DPR 633/72, deve essere emessa entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione della prestazione.

Per conservare la documentazione fiscale, lo psicologo dovrà stampare due fatture: l’originale, per il cliente, e la copia, che deve essere conservata dal professionista.

Dal 31 marzo 2025 inoltre, per gli psicologi sarà obbligatoria anche la fatturazione elettronica, indipendentemente dai compensi annuali. Questa novità, introdotta dal Decreto Milleproroghe 2025, sostituirà completamente la ricevuta fiscale, rendendo la fattura l’unico documento valido per attestare il pagamento delle prestazioni sanitarie.

Gli psicologi con partita IVA dovranno quindi adeguarsi alle nuove regole e continuare a emettere fatture in base al proprio regime fiscale, sia forfettario che semplificato.

Vediamo ora più nel dettaglio le differenze tra questi due regimi fiscali.

Differenze fattura psicologo forfettario o semplificato

I regimi fiscali ai quali possono aderire gli psicologi sono due: quello forfettario e quello semplificato.

Per rientrare nel regime forfettario è necessario rispettare i criteri stabiliti dalla legge 190/2014 e successive modifiche. Gli psicologi con compensi e ricavi inferiori a 85.000 euro generalmente aderiscono al regime forfettario, in considerazione delle agevolazioni e semplificazioni fiscali che possono ottenere.

L’adesione al regime forfettario – secondo i criteri fissati dall’Agenzia delle Entrate – comporta maggiori vantaggi in termini fiscali e amministrativi. Questo regime, infatti, prevede:

  • determinazione del reddito standard (cosiddetta a “forfait”) in base alla tipologia di attività svolta: per gli psicologi è pari al 78%.
  • tassazione agevolata con il pagamento di un’imposta sostitutiva unica al 5% per i primi cinque anni di attività, e successivamente al 15%. La base imponibile è calcolata al netto dei contributi previdenziali versati.
  • semplificazione amministrativa, che prevede:
    • esonero dalle scritture contabili (con l’obbligo di conservazione dei documenti emessi e ricevuti);
    • esonero dall’applicazione degli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, gli ex “studi di settore”);
    • esonero della comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA;
    • nessun versamento dell’IRAP;
    • nessuna applicazione della ritenuta d’acconto in fattura.

Nel regime semplificato, invece, le tasse si pagano in base al proprio scaglione di reddito con aliquote variabili dal 23% al 43% del reddito imponibile. Inoltre, nel corso dell’anno viene applicata una ritenuta d’acconto del 20% sulle fatture che viene successivamente recuperata nella dichiarazione dei redditi. Sono poi previsti i pagamenti di IRAP, Irpef e Ires, mentre è possibile accedere a detrazioni e deduzioni fiscali.

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Elementi e voci della fattura di uno psicologo

La compilazione della fattura di uno psicologo varia in relazione al regime fiscale di appartenenza del professionista (forfettario o semplificato).

Di seguito abbiamo considerato un modello facsimile di una fattura in regime forfettario. Gli elementi principali, da inserire in ogni caso, sono:

  • data di emissione e numero progressivo;
  • dati identificativi dello psicologo: nome e cognome, residenza e domicilio (quello denunciato all’Ufficio IVA), Partita IVA e codice fiscale;
  • dati identificativi del paziente (ad eccezione della fattura verso minori): nome e cognome, residenza, codice fiscale;
  • natura delle prestazioni erogate (ad esempio “sostegno psicologico”);
  • importo della prestazione;
  • contributo ENPAP, pari al 2% dell’importo della prestazione;
  • metodo di pagamento.

Per chi aderisce al regime semplificato invece, e per le sole prestazioni non sanitarie, va aggiunta la seguente dicitura: “Esente IVA ai sensi dell’art. 10 n. 18 del D.P.R. 633/72”. In questo caso va aggiunta la voce relativa alla ritenuta d’acconto, che equivale al 20% dell’imponibile della prestazione. Si tratta di una somma da versare allo Stato, in qualità di “sostituto di imposta”, che viene poi recuperata nel corso dell’anno nella dichiarazione dei redditi.

Inoltre, se si sta emettendo fattura a un paziente privato, nel caso in cui si opponga all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria, occorre inserire la dicitura “Opposizione alla trasmissione al Sistema TS del codice fiscale del paziente ai sensi dell’art. 3 D.M. 31/07/2015 e ss. modifiche”.

Per semplificare la compilazione, l’invio telematico e l’archivio delle fatture, esistono numerose tecnologie a supporto degli psicologi, tra le quali i software di fatturazione elettronica, come Gesto. Queste piattaforme, sempre più utilizzate, permettono di gestire le fatture e i pagamenti in generale, consentendo anche di annullare le fatture tramite le note di credito.

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Marca da bollo

La marca da bollo da 2 euro va inserita nella fattura qualora si superi l’importo di 77,47 euro. Trattandosi di un’imposta complementare all’imposta sul valore aggiunto, va applicata quando non è prevista l’imposizione dell’IVA.

Inoltre, è importante che la marca da bollo riporti una data di emissione pari o precedente a quella del documento fiscale

Quando si effettua una prestazione nei confronti di un paziente privato, nella fattura non si applica mai la ritenuta d’acconto. Al contrario, quest’ultima si applica solo se la prestazione è a favore di imprese, enti, ditte o altri professionisti. 

Contributo ENPAP

Tutti gli psicologi o terapeuti che svolgono la propria attività come liberi professionisti con partita Iva devono necessariamente effettuare l’iscrizione all’ENPAP (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi) entro 90 giorni dall’incasso della prima fattura. 

La cassa previdenziale per gli psicologi prevede il versamento di:

  • un contributo soggettivo pari al 10% del reddito netto, con un minimo di 780 euro;
  • un contributo integrativo pari al 2%, che va aggiunto ad ogni fattura emessa;
  • un contributo di maternità per finanziare l’indennità pari (attualmente) a 150 euro.

All’interno della fattura, lo psicologo – a prescindere dal regime fiscale di appartenenza – deve quindi inserire anche la rivalsa ENPAP pari al 2% dell’imponibile di prestazione. Tale contributo serve a coprire le spese relative all’assistenza sanitaria integrativa, alle eventuali indennità di malattia o infortunio, e concorre nella determinazione della pensione futura.

Il contributo ENPAP può essere calcolato in due modi:

  • modalità classica, in cui si aggiunge il contributo all’importo della prenotazione. Ad esempio se la tariffa è di 100 euro, il contributo ENPAP sarà 2 euro (il 2%) e il totale in fattura sarà di 102 euro.
  • modalità “cifra tonda”, in cui si effettua lo scorporo, in cui la tariffa è già comprensiva del contributo ENPAP. In questo caso se la tariffa è di 100 euro, otteniamo l’imponibile dividendo il totale per 1,02, quindi 100/1,02 = 98,04. In questo caso il contributo da versare nelle casse dell’ENPAP sarà di 1,96 euro, ottenuto calcolando la differenza 100-98,04 = 1,96.

Per effettuare il calcolo è necessario dividere il compenso totale per 1,02: in questo modo è facile ottenere l’importo esatto sia del contributo da riportare in fattura sia della prestazione.

Cos’è la fattura CTP?

La fattura CTP (Consulente Tecnico di Parte) è relativa all’attività dello psicologo o terapeuta che deve fornire al giudice un esame della personalità di un soggetto nell’ambito di un processo per valutare se l’eventuale funzionamento psicopatologico abbia influenzato le sue azioni illecite.

Questa tipologia di fattura segue le medesime regole previste per le per prestazioni non sanitarie: quindi andranno inseriti l’importo della fattura, la rivalsa ENPAP al 2% e la marca da bollo (qualora si superi la soglia di 77,47 euro).

Per gli psicologi che aderiscono al regime semplificato, inoltre, vanno inserite la ritenuta d’acconto al 20% e l’IVA.

Quando si applica l’IVA e quali prestazioni ne sono esenti?

Sotto il profilo dell’IVA si possono distinguere due casistiche diverse:

  1. prestazioni soggette all’IVA, ovvero le prestazioni non sanitarie;
  2. prestazioni esenti dall’IVA, ovvero le prestazioni sanitarie.
Regime FiscaleTipologia delle PrestazioniAliquota IVANote
Regime ForfettarioTutte le prestazioniEsenteEsenzione IVA e semplificazioni fiscali
Regime SemplificatoSolo prestazioni non sanitarie22%Applicabile solo per prestazioni non sanitarie

Gli psicologi che aderiscono al regime semplificato, quindi, sono tenuti a inserire nella fattura un’aliquota IVA del 22% per le sole prestazioni non sanitarie: per esempio, una seduta di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo o familiare. La base imponibile su cui calcolare l’IVA è data dal compenso percepito più l’ENPAP. 

Le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione che hanno lo scopo di tutelare, mantenere o ristabilire la salute delle persone, sono invece esenti dall’IVA e rappresentano la maggior parte delle prestazioni solitamente erogate dai professionisti.

Diversa è la situazione per i professionisti che aderiscono al regime forfettario, che sono sempre esenti dall’applicazione dell’IVA sia nel caso di erogazione di prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione sia nel caso di erogazione di prestazioni non sanitarie.

In questo caso, però, occorre riportare in fattura la seguente dicitura: Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015”.

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Pagamento e incasso della fattura psicologo

Il pagamento della prestazione erogata al paziente può avvenire secondo diverse modalità:

  1. in contanti, nei limiti previsti dalla legge (dal 1°gennaio 2022 fino a 1.000 euro);
  2. con carta di credito o debito;
  3. con bonifico bancario o postale;
  4. tramite assegno.

Non bisogna dimenticare che a partire dal 1° gennaio 2020 le spese sanitarie possono essere detratte solo con pagamenti tracciabili. Il cliente può comunque effettuare il pagamento in contanti, ma così facendo non avrà diritto alla detrazione delle somme nella dichiarazione dei redditi.

Un’altra forma utile per il pagamento della fattura è l’utilizzo del bonus psicologo per i pazienti che lo hanno ottenuto entro i termini previsti: in questo caso, il cliente dovrà comunicare il codice univoco al terapeuta da inserire per il saldo delle sedute effettuate. Il medesimo codice univoco, insieme alla data, al numero della fattura emessa e all’importo corrispondente andranno poi inseriti sulla piattaforma Inps appositamente dedicata.

Si consiglia, infine, di aprire un conto corrente interamente dedicato all’accredito dei compensi percepiti tramite la propria attività professionale per poter dimostrare la reale entità economica della stessa.

È possibile emettere fatture cumulative?

La fattura cumulativa è ammessa soltanto nel momento in cui il pagamento avviene in un’unica soluzione: per esempio, se il cliente paga più di una seduta di terapia con un solo bonifico.

In alternativa, è possibile emettere la fattura elettronica al completamento della prestazione o a fine mese, includendo tutti i trattamenti eseguiti nell’arco temporale considerato.

Cos’è la fattura sanitaria?

La fattura sanitaria è il documento fiscale che uno psicologo emette quando la prestazione fornita è considerata sanitaria, cioè finalizzata alla diagnosi, cura o riabilitazione del paziente.

Alcuni esempi di prestazioni sanitarie erogate da uno psicologo che richiedono una fattura sanitaria includono:

  • Sedute di psicoterapia: sia individuali che di coppia, familiari o di gruppo, per il trattamento di difficoltà psicologiche o emotive;
  • Supporto psicologico per situazioni di crisi: come lutti, separazioni, ansia o stress;
  • Valutazioni psicodiagnostiche: per identificare disturbi psicologici, come ansia o depressione;
  • Counseling psicologico: per aiutare il paziente a migliorare il benessere mentale e affrontare problematiche relazionali o professionali;
  • Test psicologici: utilizzati per valutare abilità cognitive o emotive.

Le prestazioni sanitarie sono esenti dall’applicazione dell’IVA.

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Si basa su una fonte ufficiale dell’Agenzia delle Entrate ed è stato revisionato da un commercialista specializzato in temi fiscali per psicologi.

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Luigi Recchioni commercialista

Revisionato da un commercialista esperto

L’esperto Luigi Recchioni ha revisionato e corretto l’articolo per evitare che siano presenti imprecisioni