Cyberpsicologia: che cos’è e a cosa serve

La cyberpsicologia studia l'impatto delle tecnologie digitali sul comportamento umano, analizzando differenze generazionali e fenomeni come social media, videogiochi e benessere digitale. Lo psicologo digitale aiuta a comprendere e affrontare problemi legati alla realtà digitale, utilizzando strumenti come la e-therapy, realtà virtuale e AI.

cyberpsicologia

La psicologia digitale, conosciuta anche come cyberpsicologia, indaga su come la diffusione di nuove tecnologie stia modificando i comportamenti, le modalità di apprendimento, i fenomeni psicologici, le tecniche diagnostiche e riabilitative.

In una società dove la tecnologia e l’innovazione sono gli elementi chiave per lo sviluppo, la nascita di questi nuovi professionisti è una diretta conseguenza del cambiamento dei comportamenti e delle abitudini delle persone. Quindi, la cyberpsicologia si occupa dello studio delle differenze tra le nuove e le vecchie generazioni, e di come i nuovi media abbiamo avuto un impatto sul comportamento e sulle interazioni sociali.

Vediamo in questo articolo cos’è la cyberpsicologia, di cosa si occupa e quando rivolgersi a uno psicologo digitale.

Che cos’è la cyberpsicologia?

La cyberpsicologia è quella parte della psicologia che studia le nuove strutture cognitive, di relazione e di funzionamento psicologico dei cosiddetti nativi digitali, cioè chi “è nato nell’era della rete e di internet”. Più che di una nuova scienza, quindi, possiamo parlare di una nuova conoscenza che studia il comportamento umano in relazione all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Lo sviluppo tecnologico, l’innovazione e l’impatto di queste novità sulle nuove generazioni sono gli elementi chiave di questa nuova materia oggetto di studio da qualche decennio a questa parte. Infatti, la cyberpsicologia studia il comportamento delle nuove generazioni esposte ai nuovi media e valuta le differenze tra la mente umana di questi individui rispetto alle vecchie generazioni.

Sin da bambini veniamo esposti a una serie di schermi e impulsi diversi che possono avere degli effetti sulla nostra psiche e sui nostri comportamenti, oltre che sulle nostre abitudini quotidiane. Per effettuare questo studio, lo psicologo digitale utilizza una serie di tecnologie di supporto.

Cosa fa il cyberpsicologo?

Gli obiettivi del cyberpsicologo sono essenzialmente due, e sono strettamente connessi tra loro:

  1. il primo è quello di comprendere come gli esseri umani utilizzano il computer e la rete;
  2. il secondo analizza come questi strumenti influiscano sui comportamenti e sulle strutture psicologiche degli individui.

Tra gli elementi fondamentali per un cyberpsicologo, quindi, non possono mancare lo studio di social media, videogiochi, benessere digitale, sicurezza informatica, comunicazione e marketing digitale, e così via. 

Il professionista cerca di capire lo scopo e i motivi che spingono gli esseri umani (nativi digitali) a utilizzare i social media e gli strumenti tecnologici, e come questi ultimi possono influenzare i comportamenti e le abitudini quotidiane. Le nuove tecnologie, infatti, si possono utilizzare sia per cercare e offrire supporto sociale, sia per costruire il proprio sé, per raccontarsi e quindi definire la propria identità sociale.

Oltre a questo, la cyberpsicologia esplora anche argomenti più delicati, come ad esempio l’abuso di sostanze, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, la depressione e i disturbi d’ansia sociale provocati dall’utilizzo degli strumenti digitali.

A cosa serve la cyberpsicologia?

Perché la figura dello psicologo digitale è diventata così importante? La risposta è semplice: mentre la psicologia tradizionale studia la realtà “analogica”, la cyberpsicologia studia la realtà “digitale”. Ad oggi lavorare come psicologo specializzato nell’ambito digitale è fondamentale per poter comprendere le differenze che intercorrono tra le vecchie generazioni e le nuove generazioni, e quanto queste differenze siano state influenzate dall’utilizzo dei nuovi media.

Mentre il mondo si sposta sempre più velocemente verso lo sviluppo tecnologico, e la società progredisce in questa direzione, nasce e si sviluppa la nuova figura del cyberpsicologo che riflette e indaga l’impatto del digitale – positivo, negativo o neutro che sia – sulle persone. 

Le interazioni tra le persone sono cambiate anche in relazione al mezzo attraverso il quale le persone comunicano, e con esse sono mutati anche i comportamenti e le abitudini delle nuove generazioni. La cyberpsicologia serve a questo: comprendere come sia cambiato il mondo e quanto le nuove tecnologie abbiano influito sui comportamenti e sulle interazioni delle nuove generazioni.

Quando è necessario rivolgersi allo psicologo digitale?

Lo psicologo digitale può supportare i pazienti nelle seguenti situazioni:

  • benessere psicologico delle persone, del gruppo e della comunità;
  • trattamento del disagio psicologico con tecniche innovative, aumentando il coinvolgimento del paziente;
  • progettazione e sviluppo di tecnologie e/o applicazioni interattive;
  • consulenza in ambiti come la trasformazione digitale, lo sviluppo di tecnologia positiva e le valutazioni di rischio, processi, salute o sicurezza.

Il professionista sarà in grado di aiutarti a superare le difficoltà servendosi di alcune tecnologie a supporto dello psicologo, per esempio l’E-Therapy, i videogame, la realtà virtuale, la robotica e l’intelligenza artificiale.

Il contesto lavorativo classico per uno psicologo digitale è uno studio privato, ma può accadere che un professionista venga impiegato anche in strutture pubbliche soprattutto scuole, enti locali o territoriali dove è importante studiare l’interazione delle persone.

Come diventare psicologo digitale?

Ad oggi non esiste un percorso da seguire per diventare uno psicologo digitale, ma ci sono alcuni corsi di studio universitari che possono indirizzare gli interessati in questa direzione.

Nel 2014 è stato aperto il primo corso universitario di cyberpsicologia in Italia, presso l’Università LUMSA di Roma (promosso dal dott. Tonino Cantelmi), durante il quale gli studenti hanno avuto la possibilità di studiare la tecnodipendenza e l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana.  Il corso universitario ad oggi non è più attivo, in quanto realizzato solo per l’anno accademico 2015/2016, ma esiste una laurea magistrale alternativa, ovvero un analogo corso di cyberpsicologia presso l’Università telematica Uninettuno.

Il percorso di studi si pone come obiettivo quello di fornire una formazione avanzata nel campo della psicologia applicata alle tecnologie: in particolare, vuole fornire agli studenti una preparazione sui modelli teorici e i paradigmi di ricerca specifici per la comprensione dei processi di cambiamento a livello individuali e sociale derivanti dall’interazione con i nuovi media.

Il costo è di 2.200 euro all’anno accademico, ma c’è la possibilità di ottenere delle borse di studio per merito o reddito. In alternativa, esistono numerosi master in psicologia che possono avvicinare alla professione dello psicologo digitale e fornire gli strumenti giusti per avviare la propria attività in questo senso.

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